GOLF E MAL DI SCHIENA è un binomio spesso inscindibile. Lo swing è un movimento innaturale- dove forza, coordinazione e velocità generano una rotazione-inclinazione è può, soprattutto se eseguito in maniera errata, provocare forti dolori alla colonna vertebrale. Quest’ultima è costretta a sopportare trazioni continue e magari fuori asse, con l’effetto “basculamento” che è il più terribile dei mali: la schiena si sposta fuori asse, fuori dal piano ed “oscilla” questo è dato da un insieme di compensazioni che in qualche modo consentono si di colpire la palla, ma alla lunga danneggiano i muscoli. Soprattutto se lo swing viene ripetuto centinaia di volte come spesso accade in una gara a 18 buche (compresi i tiri di prova)
Secondo alcuni studi il 53% degli uomini e il 45% delle donne che giocano a golf a livello dilettantistico soffre di dolori alla schiena amplificato con l’andare avanti degli anni.
I golfisti amatoriali sono soggetti a rischi maggiori per i movimenti scorretti e una condizione fisica spesso scadente per l’inadeguata preparazione ad uno sport sottovalutato.
Il dolore più comune è a livello della sesta vertebra lombare arrivando fino al 24% fra tutte le infermità riportate.
Per prevenire danni un buon potenziamento e buone condizioni muscolari giocano un ruolo determinante.
Lo swing deve iniziare con il corpo in posizione corretta, ovvero assumendo il corretto angolo della spina dorsale nell’ address: spingendo in avanti la bassa spina e mantenendo il resto in posizione neutrale. Questo viene chiamato “l’angolo spinale primario” che ottimizza l’efficacia dello swing e diminuisce il rischio di danni fisici.
Purtroppo molti golfisti hanno delle limitazioni funzionali, come la scarsa flessibilità: la poca flessibilità dei tendini del bacino non permette di ruotare in avanti lasciando la spina flessa.
Vari studi hanno comprovato l’importanza di una forte muscolatura addominale per generare la massima potenza nel “Drive”. I muscoli erettori ed obliqui della spina dorsale hanno un’attività elettromagnetica durante uno swing. Infatti lavorano per iniziare e controllare la rotazione, per trasmettere la forza e per frenare il “giro”del finish.
I muscoli della schiena controllano la stabilità, mentre quelli addominali controllano la flessione e la rotazione
In particolare il tratto dorso-lombare è il punto maggiormente stressato dallo swing: è qui che si accumula la forza elastica durante il backswing ed è proprio da qui che la forza originata dagli arti inferiori deve passare per essere trasmessa a spalle, gomiti e polsi e permettere al bastone di arrivare all’impatto con la massima velocità.
Il movimento realizzato a livello vertebrale è cinesiologicamente tridimensionale perché si sviluppa in tutti e tre i piani dello spazio (frontale, sagittale e orizzontale) stressando in questo modo tutte le strutture legamentose ma soprattutto richiedendo l’intervento della muscolatura toracica, addominale e lombare nella sua totalità.
E’ corretto affermare che i muscoli obliqui interni ed esterni addominali, retti dell’addome, trasverso addominale, multifido, quadrato dei lombi, paravertebrali dorso-lombari e muscolatura glutea concorrano in modo coordinato all’esecuzione di un’efficace swing .L’alterata funzione di uno di questi elementi può compromettere il risultato finale.
L’origine del dolore può essere di diversa natura e una diagnosi corretta è alla base del percorso di guarigione.
Possiamo quini concludere che in buon lavoro di prevenzione con esercizi specifici può migliorare lo swing ma, soprattutto evitare l’insorgere di patologie che potrebbero diventare invalidanti.
Per maggiori informazioni : Paola Giachino fisioterapista.
Tel:3355878846
indirizzo email: pgiachino@virgilio.it
Grazie a tutti per l’attenzione